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Security e GDPR compliant anche con applicazioni e sistemi obsoleti

Spesso accade che le aziende continuino ad utilizzare software obsoleti per impossibilità alla sostituzione completa esponendosi a rischi per la sicurezza e inosservanza delle norme (GDPR, NIS, DL 231, ecc…). Questa situazione critica ti suona familiare? Anche la tua azienda può raggiungere una migliorata Security Posture e una compliance ai Regolamenti, benchè utilizzi sistemi legacy: ricorrendo a misure come il virtual patching per mitigare i rischi per la sicurezza e l’inosservanza delle norme (GDPR, NIS, DL 231, ecc…).

I dati suggeriscono che il 99% degli attacchi informatici riusciti sfrutta e continuerà a sfruttare vulnerabilità che i professionisti della sicurezza informatica conoscono da almeno un anno.

Ci muoviamo verso una rapida trasformazione digitale con oltre 2 milioni di app disponibili per il download e scriviamo più di 113 miliardi di righe di codice software ogni anno.

La velocità con cui vengono create nuove App, software e siti Web sta generando un massiccio aumento del numero di vulnerabilità che gli aggressori possono sfruttare.

Molte di queste vulnerabilità non possono essere risolte o mitigate immediatamente, in quanto i sistemi legacy potrebbero (per vari motivi) non essere aggiornabili, e si parla sia di sistemi operativi che di applicazioni.

Ed è in questo contesto che le patch virtuali risultano utili.

Cosa è il virtual patching?

Noto anche come external patching o just-in-time patching, il termine virtual patching è stato originariamente coniato dai fornitori di sistemi di prevenzione delle intrusioni (Intrusion Prevention System – IPS) diversi anni fa.

Il virtual patching è l’applicazione di un security policy enforcement layer che impedisce lo sfruttamento di vulnerabilità note.

Fornisce un livello di sicurezza analizzando il traffico web, intercettando gli attacchi in transito e impedendo ad attori malintenzionati e richieste errate di sfruttare le vulnerabilità. Funziona essenzialmente come uno scudo tra il traffico e l’applicazione/SO e, se efficace, impedisce che si sfruttino le vulnerabilità.

Le patch virtuali non modificano il codice sorgente; aggirano il lungo e complesso processo di sviluppo e distribuzione delle patch tradizionali utilizzando regole, mitigazioni e filtri personalizzati, spesso a livello degli IPS o dei firewall.

Virtual Patching Human Factor e Cyber Security

Soluzioni all’obsolescenza

Man mano che le infrastrutture online di un’enterprise diventano sempre più complesse, dalla loro decentralizzazione all’adozione di tecnologie cloud, mobile, IoT e OT la gestione delle patch è diventata un’attività ancora più dispendiosa in termini di tempo e risorse.

Tuttavia, ritardare o posticipare l’applicazione delle patch può esporci a sempre più rischi. Le violazioni dei dati potrebbero comportare perdite finanziarie ingenti e, come dicevamo, multe per inadempienze regolamentari.

Per non parlare di quegli attacchi ransomware mirati che sfruttano proprio le vulnerabilità dei software obsoleti o delle VPN.

Security Architect srl offre una soluzione avanzata di virtual patching che mira a proteggere le aziende da minacce informatiche in costante evoluzione. La nostra soluzione si basa sulla rilevazione di vulnerabilità note e sulla creazione di regole personalizzate per neutralizzare gli attacchi diretti. Attraverso l’utilizzo di tecnologie avanzate, come l’analisi comportamentale e la visibilità, la soluzione è in grado di identificare anche le minacce emergenti e di adattarsi rapidamente per garantire una protezione efficace.

L’importanza del Virtual Patching

Le ragioni per cui un’azienda dovrebbe considerare l’implementazione di un layer di sicurezza, come ad esempio la soluzione di virtual patching offerta da Security Architect srl, sono numerose e significative:

1. Riduzione del Rischio

Aspettare l’implementazione delle patch ufficiali può esporre i sistemi aziendali a rischi considerevoli. I cyber criminali sfruttano spesso le vulnerabilità note per infiltrarsi nei sistemi, ma il Virtual Patching crea una barriera immediata che li ostacola, proteggendo le aziende da minacce in evoluzione.

2. Tempestività

Le patch tradizionali richiedono tempo per essere testate e implementate correttamente, il che può lasciare i sistemi scoperti per una media di 60-150 giorni. Il Virtual Patching consente di agire immediatamente, senza dover aspettare la disponibilità delle patch ufficiali.

3. Continuità Operativa

Un attacco informatico riuscito può interrompere le operazioni aziendali, comprometterne la business continuity e causare danni finanziari. Il Virtual Patching aiuta a garantire la continuità operativa impedendo a minacce note di interrompere le attività.

4. Migliora la conformità normativa

L’applicazione di patch virtuali aiuta le organizzazioni a soddisfare i requisiti di conformità, come quelli imposti dal Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR).

5. Personalizzazione

Le soluzioni di Virtual Patching possono essere adattate alle esigenze specifiche dell’azienda. Le regole e i filtri possono essere configurati per affrontare le minacce particolari a cui un’azienda è più esposta.

6. Aggiornamenti Ritardati o Non Disponibili

In alcuni casi, soprattutto in ambiente legacy, potrebbe non essere possibile applicare patch tradizionali. In altri risulta impossibile per l’azienda sostituire i software obsoleti. Il Virtual Patching fornisce una soluzione alternativa per proteggere i sistemi che non possono essere facilmente aggiornati.

Gli hacker possono sfruttare le nuove vulnerabilità in pochi giorni, mentre i fornitori possono impiegare settimane o mesi per sviluppare e rilasciare una patch ufficiale.

L’applicazione di patch virtuali, quindi, è un modo creativo per colmare questa lacuna finché non sia disponibile una soluzione ufficiale o, nel caso di un sistema legacy o di un’obsolescenza programmata.

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